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11/02/2015
Teoria dei giochi ed emissioni di CO2

Il dilemma del prigioniero è uno scenario della teoria dei giochi che esplora la cooperazione sotto circostanze difficili. Le opzioni dei due prigionieri sono:

  1. Entrambi non tradiscono il compagno e accettano sentenze di moderata gravità.
  2. Uno dei due accusa l’altro prigioniero che, invece, rimane in silenzio. Il prigioniero che ha tradito è libero, mentre l’altro sconterà una pena di estrema gravità.
  3. Entrambi i prigionieri si tradiscono l’un l’altro e ricevono tutti e due sentenze pesanti.

    Il prigioniero sa che se starà zitto prenderà una sentenza moderata, purché anche il compagno rimanga in silenzio. Ma se rimane zitto ed il compagno parla prenderà una sentenza pesantissima.

    Se invece decide di parlare, tradendo il compagno, sarà libero, a meno che anche il compagno non parli condannando entrambi a molti anni di galera.

    Come si applica questo alla riduzione mondiale della CO2?

    Ovviamente questo diventa un dilemma del prigioniero su scala mondiale che, comunque,  ha senso solo se la CO2 ha un impatto consistente su scala globale, altrimenti la riduzione non ha senso perché sarebbe solo uno spreco di risorse ed il dilemma del prigioniero non esiste.

    Ammettiamo che la CO2 sia estremamente pericolosa, provocando un forte riscaldamento globale e consideriamo due paesi A e B. I due paesi hanno le seguenti opzioni:

    1.       Entrambi possono ridurre la CO2 accettando un moderato danno economico.

    2.       Il paese A riduce l’immissione di CO2, mentre il paese B continua a produrre a pieni ritmi, massimizzando la crescita economica. Il paese B prende i vantaggi di un economia libera da vincoli, i pieni benefici  dell’industrializzazione e gli abitanti possono permettersi di accedere i condizionatori d’aria quando fa troppo caldo. Il paese A non solo viene abbattuto dai costi della mitigazione climatica e dai danni economici derivanti dalla competizione con il paese B, essendo in una posizione di svantaggio strutturale permanente, ma qualunque beneficio derivante dai sacrifici per la  riduzione della CO2 , vengono goduti soprattutto dal paese B.

    3.       Entrambi i paesi ignorano il problema della CO2. Entrambi avranno gli stessi problemi derivanti dal riscaldamento climatico, ma con massimo sviluppo economico, ed entrambi possono permettersi di accendere i climatizzatori quando fa troppo caldo.  Ovviamente, nel mondo reale, abbiamo a che fare con centinaia di paesi. Se solo una manciata di questi paesi decide rompere i ranghi ed ignorare il problema della CO2, apertamente o segretamente, questi paesi avranno tutti i vantaggi economici del caso e beneficeranno dei sacrifici degli altri paesi.

    Nella palude paranoica della politica globale, nessun serio tentativo di altruismo sopravvivrebbe alla prima recessione economica derivante dalla mitigazione della CO2. I cittadini del paese cambierebbero subito registro, vedendo i vicini stare molto meglio economicamente e beneficiare pure dei loro sacrifici.

    Così, in nessuna circostanza, conviene essere quello che fa il bravo. I propri sacrifici beneficeranno le persone che non si stanno sforzando minimamente di ridurre la CO2.

    In questo caso, al prigioniero conviene andare a tutta forza, massimizzare la crescita economica ed usare le risorse per espandere la propria base industriale per poter mitigare qualunque problema derivante dalle conseguenze del riscaldamento climatico.

    Ecco perché nessun accordo sul clima funzionerà mai.
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