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25/03/2015
Contributo galattico alle temeprature terrestri e materia oscura

Nir Joseph Shaviv è un professore di fisica Israel-americano il cui campi di ricerca riguardano l’astrofisica e le scienze climatiche. E’ professore al Racah Institute of Physics dell’Università  ebraica di Gerusalemme. E’ anche membro dell’Institute for Advanced Study a Princeton.

E’ conosciuto principalmente per la sua ipotesi controversa sull’influenza climatica del sole e dei raggi cosmici. Nel 2002 Shaviv ha ipotizzato che il passaggio della Terra attraverso i bracci a spirale della Via Lattea sono stati la causa delle maggiori Ere Glaciali nell’ultimo miliardo di anni.

Nel 2014 Shaviv e i suoi colleghi hanno pubblicato un articolo su Scientific Reports dal titolo “Il movimento del sistema solare nella galassia è segnato nel clima Fanerozoico?” Le conchiglie fossili, principalmente brachiopodi con qualche conodonta e belemnite, sono il cronometro proposto per sincronizzare con un meccanismo fisico il movimento verticale del sistema solare attraverso la galassia con il clima terrestre.

In figura il movimento del sistema solare nella galassia. Le componenti principali, rilevanti per il clima, sono i passaggi orizzontali periodici attraverso i bracci a spirale della galassia e quelli perpendicolari attraverso il piano galattico.

 
L’Abstract dell’articolo:

“Un nuovo database del fanerozoico basato sulle variazioni dell’O18, costruito su 24000 gusci fossili di calcite a basso contenuto di magnesio, mostra una prominente oscillazione di 32 milioni di anni con una modulazione di frequenza secondaria di 175 milioni di anni. Le periodicità e le fasi di queste oscillazioni sono consistenti con i parametri postulati per il movimento verticale del sistema solare attraverso il piano galattico, modulato dal movimento epiciclico radiale. Proponiamo perciò che il movimento galattico ha lasciato un’impronta sulle registrazioni del clima terrestre. Basandosi sul movimento verticale, la densità effettiva incontrata dal Sistema Solare suggerisce la presenza di una componente di Materia Oscura nel disco galattico.

Ecco i dati paleoclimatici grezzi e detrended:

 
Nell’articolo si legge:

“Data la consistenza tra le oscillazioni verticali e radiali ed i dati paleoclimatici, e la bassa probabilità che questi possano essere dovuti a fluttuazioni casuali, concludiamo, con un’elevata confidenza, che le temperature terrestri hanno una componente che è quadratica con la distanza dal piano galattico. Questo può essere naturalmente spiegato attraverso il link climatico con i raggi cosmici, ma l’osservazione di per sé non lo può provare.”

Vista la scala temporale che poco ci riguarda, trovo soprattutto interessante il fatto che dato per scontato il collegamento tra temperature e movimenti del sistema solare nella galassia, dal clima si può dedurre la presenza della ancora misteriosissima Materia Oscura nel disco galattico.

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