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01/07/2015
Le temperature artiche indeboliscono la teoria del clima guidato dalla CO2

Abbiamo già affrontato l’argomento delle misure delle temperature artiche attraverso i carotaggi nel ghiaccio e notato come sono esistiti diversi periodi negli ultimi 9000 anni molto più caldi dell’attuale. D’altronde è ben noto che i vichinghi colonizzarono la Groenlandia nel X secolo, chiamandola appunto terra verde, visti rigogliosi prati.  La Groenlandia fu poi abbandonata nel XVI secolo a causa del clima sempre più freddo. Ancora oggi, con le temperature attuali, siamo ben lontani dal poter definire quelle terre “Terre Verdi”.

In questo articolo esamineremo le temperature superficiali termometriche dell’ultimo secolo. Tutte le registrazioni di temperatura provengono da villaggi e stazioni situati sulla costa. Alcune di queste registrazioni risalgono fino ai primi del 1800, ma il set GISTemp ufficiale si ferma al 1880.

Di seguito il grafico di sette stazioni. Le medie annuali sono state estratte dal GISTemp e convertite in anomalie annuali usando come linea base la media delle temperature dal 1951 al 1965, gli unici anni che hanno in comune tutte e sette le stazioni.

Il risultato concorda con altri articoli che si possono trovare in giro come ad esempio, BOX et al. 2009. Considerando che le stazioni di superficie mediamente si riscaldano 40% in più della media terra-oceano, e che le stazioni a latitudini nordiche si riscaldano 40% in più della media e quelle artiche anche di più, sembra ragionevole supporre che questa combinazione faccia segnare un riscaldamento a tassi doppi rispetto a quelli medi globali.

L’articolo di Jason Box mostra che le temperature prima del 1880 erano generalmente più alte della decade 1880-1890 e solo 1-1,5 gradi più fredde del presente. La cosa interessante è il gradino di temperatura tra il 1920 ed il 1930. Le temperature groenlandesi sono saltate di due gradi verso l’alto durante questa decade, lo stesso salto avvenuto tra il 1990 ed il 2000. Ma in quegli anni non ci fu nessun aumento della CO2. Entrambe le due decadi sono state precedute da attività vulcanica, come mostrato nella figura 11 dell’articolo di Box qui riportata, e l’attività vulcanica è responsabile dei raffreddamenti repentini.

C’è stato poi un abbassamento delle temperature per quattro decadi dopo il 1930 senza alcuna eruzione vulcanica importante. Se la mancanza di attività vulcanica è responsabile di salti in alto della temperatura, ma la temperatura è scesa per quattro decadi senza attività vulcanica, che rimane della CO2?

Ci sono alcuni passi logici da seguire. Se l’attività vulcanica è responsabile per i periodi di raffreddamento, specialmente in Groenlandia, con la mancanza di eruzioni responsabile del riscaldamento, solo alcuni intervalli freddi riescono ad essere spiegati. Gli altri episodi freddi sono presumibilmente dovuti a cicli di correnti/temperature oceaniche e cicli solari. Tutto questo lascia fuori solo una singola decade di riscaldamento, dal 1995 al 2005, per cui la colpa potrebbe essere attribuita alla CO2, anche se non si escludono anche le altre cause appena citate, in particolare il Grand Maximum solare. Quella decade contiene uno scalino ripidissimo nel 1998 dovuto alla comparsa di El Niño durante l’anno.

Gridare alla catastrofe climatica con questi dati sembra veramente esagerato!

 
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