Il Rasoio di Occam è un principio metodologico di semplicità della natura formulato da William Occam nel XIV secolo ed ancora oggi applicato in ogni campo della scienza. Il principio può essere formulato come segue: ”A parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire”, che si può esplicitare con i seguenti elementi per la risoluzione di un problema:

Non moltiplicare gli elementi più del necessario

Non considerare la pluralità se non è necessario

È inutile fare con più ciò che si può fare con meno

Alcuni autori hanno argomentato che l’ipotesi del riscaldamento globale dovuto all’uomo fallisce il test del rasoio di occam perché la semplice ipotesi di variazioni naturali si adatta ai dati con meno assunzioni eppure non viene considerata. Come notato da Harold Jeffreys,  matematico, statistico e astronomo dello scorso secolo, “ le leggi più semplici hanno probabilità a priori più elevate”. Ma le previsioni di un pericoloso riscaldamento sono immuni al rasoio di occam?

E’ sulla base delle previsioni modellisitche che i leader politici e gli ufficiali di governo riuniti a Parigi hanno discusso gli accordi che imporranno politiche straordinariamente costose e deleterie alle nazioni del mondo. Queste previsioni, chiamate Scenari o Proiezioni dall’IPCC, sono il prodotto di complessi modelli computerizzati che coinvolgono una vasta moltitudine di assunzioni e parametri interagenti che possono essere finemente modificati in modo da ottenere i risultati voluti.

La recente scoperta di Kesten Green e Scott Armstrong che l’incremento di complessità ha fatto aumentare l’errore sulle previsioni del 27%, avrebbe dovuto far soffermare per qualche istante di riflessione i delegati di Parigi che discutono di politiche climatiche: il rasoio di occam funziona molto bene anche con le previsioni climatiche.

 Al Simposio Internazionale di Scienze delle Previsioni, Kesten e Scott hanno presentato un lavoro sui modelli previsionali dell’IPCC usando una check list di nove punti basata sulla conformità ad una guida previsionale basata sulla semplicità dell’osservazione.

Hanno trovato che il modello dell’IPCC ha un “fattore di semplicità” del 19%. Questo valore va confrontato con il fattore di semplicità del 93% ottenuto dal modello di Green, Armstrong e Soon, il modello "no change" che ipotizza nessun cambiamento di lungo termine sulle temperature medie dovute all’uomo.

Vista la grossa somma che è stata spesa sui processi dell’IPCC e quanto seriamente i delegati di Parigi hanno considerato questi risultati, dobbiamo concludere che per i delegati le previsioni climatiche sono un eccezione al rasoio di occam.

Eppure il rasoio vince sempre. La sfida  tra Scott Armstrong e Al Gore, rappresentata dallo scontro tra le previsioni del modello "no change" di Scott-Armstrong e quello dell’IPCC che prevede un riscaldamento di 0,03°C all’anno, è risultata devastante per il modello più complesso dell’IPCC che ha visto crescere gli errori previsionali del 45% in un periodo di sette anni.

Precedentemente, lo studio condotto da Green, Armstrong e Soon nel 2009 aveva mostrato come il modello dell’IPCC avesse errori previsionali sette volte più grandi di quello neutro nel periodo 1851 -1975.

Nulla di nuovo sotto il sole.